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Da martedì a domenica 9,00-13,00 e 15,00-19,30. Chiuso lunedì.
C.so G.F.Vitale n.54 - Gangi (PA)
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La mattanza (1973-1975)

La realizzazione delle ceste di vimini è un altro di quei lavori sempre meno praticati. Gianbecchina lo salva dal dimenticatoio del tempo e lo inserisce in un terroso e soleggiato paesaggio con pochi alberi come ultimo riparo dalla calura.

In questo dipinto viene ripresa la figura del contadino ormai abbondantemente incamerata e interpretata. Le mani sono grosse, il fisico pesante, il volto segnato dal cocente sole. Una sosta per ritemprare il corpo e l’animo.

Nella realizzazione del paesaggio, non solo negli acquerelli ma anche nei dipinti, la pennellata viene stesa con grande trasporto emotivo, diviene fiamma, si libra sulla composizione divenendo soggetto-oggetto più di ciò che essa stessa rappresenta.

La monocromia del disegno acquerellato mette in risalto l’atmosfera carica di pensieri. In Gianbecchina, nell’ultima serie di ritratti, raramente troviamo la spensieratezza della gioventù; tutto è circondato da un alone di tristezza che segna volti e corpi.

Se di paesaggi agresti è ricca la produzione di Gianbecchina lo stesso non si può dire per le marine. In questo dipinto l’azzurro-verde del mare con i suoi mulinelli i suoi spruzzi dà allo spettatore un’immagine pacata e vitale dell’elemento acqueo.

Negli acquerelli di questo periodo il piacere per il colore agisce per il soggetto stesso dell’opera. Questo lavoro è ricco di mescolanze. La campagna, svaporata nella bionda luce di un’ alba, viene quasi cancellata da un gesto rapido dell’artista.

Questo delicato acquerello evoca strane atmosfere. Tutto è diluito in una sorta di sogno. Un angolo di bosco o campagna, trasfigurato da una tecnica, all’autore congeniale, che rimanda a una certa rappresentazione di gusto cinese.

Gianbecchina torna al tema degli oppressi e delle lotte di classe. In questo dipinto tutto inneggia alla lotta. Il rosso vivo del fondo, le espressioni turbate dei personaggi, i duri segni dei volti elaborati in maniera molto cruenta.

In questo disegno Gianbecchina segue ancora i suoi soggetti preferiti. I muli, fedeli e instancabili aiutanti dell’uomo, vengono rappresentati in maniera amorevole e curata. In primo piano la figura del mulattiere è investita da piena luce.

Negli ultimi anni Gianbecchina dipinge senza sosta il territorio delle campagne intorno a sambuca. L’azzurro è diventato un colore importante nella sua produzione. In questo dipinto, nel quale tutto si mischia, case, montagne, alberi, il cielo pare un’oasi tranquilla.

Gianbecchina torna alla rappresentazione del paesaggio per piccoli tocchi. Non grandi campiture di colore ma spruzzi di colore sulla tela. Per il pittore tutto si va facendo evanescente in una visione di insieme che funziona come una perfetta partitura d’opera.

Un colorato e gioioso spaccato del paesino del palermitano, molto vicino alla natia Sambuca, e della sua gustosa produzione. Le belle ciliegie donano con il loro rosso intenso un tocco di briosità all’opera e ne valorizzano la gamma cromatica.