Scaricatore – 1956 – olio su tela, cm 30 x 38
In questo ritratto le pennellate animano non solo la superficie ma segnano anche l’ inquietudine, il rapporto d’amore-odio con il lavoro. Il tratto è vivace, di vangoghiana memoria, e i colori impastati di carne e luce.
In questo disegno, che contiene tre figure singole, c’è il piacere di rappresentare il corpo femminile, le sue forme, le rientranze nell’età più bella. Il disegno ricomincia a essere curato: non solo macchie di colore ma anche decisi tratti.
Questo dipinto è un mixage ben riuscito tra la necessità dell’informale (che ancora interessa l’artista) e la voglia di tornare al figurativo più classico. Il fondo del quadro è dato in pennellate veloci e rarefatte mentre in primo piano le ragazze sono più curate e descrittive.
Negli acquerelli di questo periodo il piacere per il colore agisce per il soggetto stesso dell’opera. Questo lavoro è ricco di mescolanze. La campagna, svaporata nella bionda luce di un’ alba, viene quasi cancellata da un gesto rapido dell’artista.
